DIARIO DI BORDO DEI MIEI PRIMI CINQUANT’ANNI raccolta di “poesie” dal 1968 al 2003
– dedicato a tutti i miei ispiratori e a tutti i miei amori –
AZZURRO
Guardando i tuoi occhi
azzurri
trovo nella loro profondità
la dolcezza del cielo
in un mattino di sole
Verona 1968, a Francesca P.
PRIMAVERA
Un raggio di sole sul tuo viso
e gli occhi tuoi sprizzano amore
come pazze fontane di gioia
Verona 1970, a Laura F.
ESTATE
Sento in me
l’oscurità bruna
dei tuoi capelli
che mi avvolge
in uno spazio
d’amore
Tu sei bella
e i tuoi occhi
guardano i miei
nel mio cuore
si apre
uno squarcio d’azzurro
Verona 1970, a Laura F.
I TUOI OCCHI
Legno di noce nelle pupille
pensieri strani
il tramonto ti illumina il viso
rendendo i tuoi occhi
più belli
dei cieli di Marte in estate
Verona 1971, a Laura F.
I TUOI CAPELLI
Neri tronchi
di una foresta
priva di foglie
Lunghi
come la coda di una cometa
hanno il colore della notte
E di certo
fu la dolce Notte
a piantarli nel tempo
Perché crescendo
portassero la luce
nella mia solitudine
Verona 1972, a Laura F.
LE TUE MANI
Affusolati universi di cellule
percossi da lavori
che li smembrano
Hanno lunghi pianeti
e anelli di metallici atomi
ma non gelidi
Universi belli e affettuosi
che riscaldano le galassie
del mio sangue
Verona 1972, a Laura F.
IL TUO SENO
I tuoi capezzoli rossi
quando il tuo seno sarà
il rosso del tramonto
e brucerà sulla mia pelle
Verona 1972, a Laura F.
LE TUE GAMBE
Diritte e perfette
colonne di marmo
a sostenere il tempio
del tuo corpo bianco
percorrono da anni
le tue strade
salgono e scendono
infiniti gradini
per giungere
in semplici stanze
e insieme alle mie
si coricano baciandosi
Verona 1972, a Laura F.
ADDIO A VERONA
Tra vecchie case
e nuovi quartieri
ho parlato di dio e del capitale
ho fatto all’amore
sono stato felice
ho sofferto
ho vissuto
Bevendo un bicchiere
in questa vecchia osteria
piango pensando
che devo lasciare
la sua vecchia casa
e il ricordo di lei
per far posto alla tristezza
e al nulla che ho di fronte
Verona 24.11.1972, a Verona la mia città
TRASFORMAZIONE
Via dal mare dove sono nato
via dall’infanzia
In questa città
la gioia dei miei giochi
sulla sabbia
era diventata la felicità
dell’amore sul tuo corpo
Verona 1972, a Laura F.
COSA DIAVOLO VOGLIO?
Non mi importa
di diventare qualcuno
non mi importa
di farmi dei soldi
non mi importa
di fare grandi cose
Tutto quello che adesso io vorrei
è amare te che non ci sei
ecco cosa diavolo vorrei
Non mi importa
di dormire di notte
non mi importa
di amare chi verrà
non mi importa
di dimenticarti
Tutto quello che adesso io vorrei
è amare te che non ci sei
ecco cosa diavolo vorrei
Mestre 3.01.1973
IL TUO VISO
Incontrandoti in strada
per caso
mi colpisce
il tuo viso
triste abbattuto deluso
con solo l’abbozzo
di un amaro sorriso
Mi torna in mente
il tuo viso
luminoso meraviglioso
nel semplice gesto
del tuo bel sorriso
Ma vedo ancora
il tuo viso
triste abbattuto deluso
con solo l’abbozzo
di un amaro sorriso
Verona 9.01.1973, a Laura F.
FINE DI UN AMORE
Finito come finisce l’acqua
sulla sabbia
in poco tempo senza motivo
ingoiato dal passato
senza speranza
mi resta la polvere
del suo amore bruciato
dispersa dal vento
Mestre 21.01.1973
TORNANDO A VERONA DI SERA
Le luci lontane di questa città
ogni volta più bella
portano alla mente
strade case vicoli e piazze
pieni del mio passato
nei muri antichi o nuovi
che tra poco rivedrò
ho lasciato felicità e dolore
volti e parole
in ogni angolo di questa città
mi è successo qualcosa
ed è questo forse che mi fa ritornare
e scendere strano triste e felice
dal treno
Verona 2.04.1973, a Fulvio A.
SOGNO
La luce rossa
mi penetra nel cervello
rendendo infuocato
il biondo dei tuoi capelli
rendendo rosa
la tua pelle bianca
e calda la tua voce
e dolce il tuo sguardo
sto impazzendo
mi sono innamorato
della tua immagine
mentale
Mestre 1973
EQUILIBRIO ESTIVO
Di giorno non mi ubriaco
di notte non piango ma sogno
sogno sogni biondi o neri
con corpi sottili
forse perché è arrivata l’estate
stagione magica
in cui il mio spirito
si distende al sole
sulle calde spiagge
dei miei sogni
Mestre 20.06.1973
PAOLA B.
Strana sensazione
dopo nove anni di una vita
quel salotto sempre uguale
e vedere te così diversa
e pensare a me così cambiato
rivedo me col cuore in gola
che stavo ad ascoltarti
guardandoti incantato
mio primo amore
felice e commovente
quanto ti ho amato
Lido di Venezia 28.06.1973, a Paola B.
SENTIMENTO D’AMORE
Come la luna d’estate
hai rischiarato il mio pensiero
come il sole d’inverno
mi hai dato
una sensazione di felicità
un sentimento d’amore
Mestre 15.10.1973, a Mariateresa P.
RABBIA
Tutta l’angoscia
tutta la paura
tutto il dolore
tutto il pianto
tutte le ingiustizie
tutte le violenze
tutte le frustrazioni
scriverò per far vedere
quanta rabbia
mi porto dentro
Mestre 19.10.1973
LAVORO A VENEZIA
Vado in giro
a portare pesanti pacchi
di niente
in calli chiuse e corti vuote
costeggiando le vene
di questa città cadavere
le scarpe sono sempre strette
e sono sempre triste
guardando la gente che passa
gente fantasma
Venezia 7.03.1974
VISIONI VENEZIANE
Vedo il mio pensiero
fluido
scorrere per i canali
Vedo il mio pensiero
schizzare
in un canale di vino
È tutto vino
verde viola vino
un’ombra rosso sangue
Il mio vino scorre
nelle vene della solitudine
e tutto gira
Venezia 7.03.1974
AL BAR
Il mio sole è nascosto
per chi beve per dimenticare
la vita che deve fare
per pagarsi da bere
Mestre 1974
SPAZZATURA
Città acquatica e tranquilla
a Venezia
vivere è bere il nettare verde
della laguna
sprofondando nel vino
e capire che è tutta
spazzatura
Venezia 1974
CANZONE A MAGGIO
A maggio
andavo a scuola vestito bene
amavo i Beatles e i Rolling Stones
e mi piacevano i Mods
A maggio
andavo in chiesa vestito male
amavo Tenco e De Andrè
e mi piaceva Jesus Crist Super Star
A maggio
andavo alla manifestazione coi jeans
amavo non capire il perché
e mi piaceva la contestazione
È maggio
vado in giro vestito strano
amo la primavera e te
e mi piace tenerti per mano
Mestre 9.05.1974
IMPRESSIONE URBANA
Desolazione
Periferia senza scampo
senza respiro
Vedo bambini giocare
tra immondizie e pozzanghere
Vorrei affacciarmi
a un’altra finestra
Mestre 23.06.1974
NATALE
Da anni ogni giorno
penso dico invento
cose e persone
Da anni ogni giorno
un po’ di me se ne va
nel nulla
Da anni ogni giorno
mi lascio dietro
esperienza amarezza rabbia
Da anni ogni giorno
Mestre 25.12.1974
NOTTE
Sognare viaggiare
il cerchio si richiude
e i miei papaveri rossi?
Mi rialzo
su a capofitto nel vuoto
di questa lunga notte
Penso al vecchio film
della mia vita
colori sbiaditi
Mestre 3.01.1975
UNA FRASE
Quando ti sbagli
quando credi sia vero
quando sei contento
per un bicchiere di troppo
arriva una frase fredda tagliente
acciaio e ghiaccio
ti fa sentire uno straccio
ti uccide
E non ti sbagli
Mestre 1.02.1975, a Tiziana P.
LETTERA A UN AMICO
Sapessi amico mio
quanto è frustrante
non poter far niente
e non è perché sto male
è un vicolo buio
Leggo molto e scrivo
ma da troppo tempo
mi sono rotto di libri e carte
mia madre sempre lì
a dirmi sempre le stesse cose
a togliermi il respiro
e non è perché sto male
è una gabbia
Sapessi amico mio
quanto è frustrante
pensare di vivere
e vivere di pensiero
giorni chiusi in me stesso
musica quiete morte
nell’intrico
delle circonvoluzioni luminose
e non è perché sto male
è una trappola
Sapessi amico mio
quanto è frustrante
ridicolo e alienante
sperare in capsule fetenti
per ritornare libero
di muovermi e di fare
ma sono un esile stelo
di margherita
che si piega col vento
e si spezza con niente
a fatica va avanti negli anni
e non è perché sto male
ma non bastano gli antibiotici
Capisci amico mio
quanto è frustrante
star qui senza far niente
con tutta questa rabbia in corpo
Ma costretto come adesso
un passero senz’ali
in questa gabbia
vedo chiaro
Mestre 18.04.1975, a letto con la varicella, a Fausto F.
VOGLIA DI ANDARE
Camminando verso casa
mi guardo dentro
ed è una luce irreale
riflessa dal tempo
e dalla malinconia
Camminando verso casa
guardo la luna piena
nelle scarpe ho l’estate
e nell’anima
una gran voglia di andare
via
Mestre 24.05.1975
STORNI
Cantano felici i loro giorni
o pervasi da fumi maligni
gridano di orrore
guardandoci dall’alto?
Possibile che nella pazzia
di questa città
vivano tanti uccelli?
Mestre 1976
VERONA
Musica d’acqua
da Castel San Pietro
vedo i riflessi dei mille abbaini della città antica
dipinti nell’anima con colori sempre sognati
Vorrei fermarmi una vita qui
a guardare ascoltando il profondo ossessivo
blues dell’Adige
Verona 1975
UN FIORE
Uno schianto d’amore
nella mia noia di vita
dolcezza colorata
Come un fiore
duri solo
pochi brevi giorni
Nei tuoi occhi meravigliosi
l’acqua del fiume umbro
urla che vorrei restare
Siena 16.08.1975, a Germana G.
AMANDOTI
Quando t’ho conosciuta
non ti conoscevo
non sapevo cosa pensavi
pensavo di pensare altre cose
Quando t’ho conosciuta
mi sono sorpreso
dei tuoi salti nuda nell’erba
delle tue parole libere ridendo
del tuo corpo piccino
dei tuoi grandi occhi
Quando t’ho amata
allora t’ho conosciuta
allora mi sono riconosciuto
Verona 20.08.1975, a Germana G.
ATTESA
Vorrei
se tu fossi qui amore
amare
la tua presenza d’acqua
di occhi e di bocca
Vorrei
se tu fossi qui amore
amare
il tuo cielo iridato
di pioggia sui tetti
Vorrei
se tu fossi qui amore
amare
il tuo corpo azzurro
di musica
Siena 26.08.1975, a Germana G.
VENT’ANNI
Vent’anni
sono una cosa importante
una grande tavola apparecchiata
fiumi di vino in bicchieri di coccio
Vent’anni
venti amici e venti amici loro
contenti di un quarto di vita
per chi l’ha compiuto
Vent’anni
sono odio e amore
lotta per vivere e amare
liberi
Siena 20.08.1975, a Germana G. nel giorno del suo ventesimo compleanno
I GIORNI CON TE
Pazzi nuovi spensierati
meravigliosi intelligenti divertenti
i giorni con te amore
Notte pazza viaggio pazzo
la tenda sul fiume
per cominciare un amore
Pochi intensi vissuti
con la certezza di non avere certezze
felicità e disperazione
mangiando pane e pomodori
Pazzi nuovi spensierati
meravigliosi chiari sereni
i giorni con te amore
fermati in un’immagine pazza
tra l’erba
Verona 8.10.1975, a Germana G.
TRAMONTO
Le nuvole in cielo
torna il freddo
in questo autunno
mi trascino
o sono trascinato
dietro un sole
che non rimane
guardo in me stesso
dalla collina
e rotolo a valle
in una rossa agonia
senza compagnia
Verona 9.10.1975
PARTENZA
Avevo quasi imparato
a vivere giorno per giorno
una vita senza vita
Sono partito appena in tempo
per andare a cercare
quel me stesso nascosto
nei fogli dentro i cassetti
Quello che non ha paura
di cacciarsi in questa vita
e non gli importa
come va a finire
Verona 25.10.1975
PENSIERI
Penso di tornare ma non proprio
il mio è un continuo andarmene
da una crisi all’altra senza meta
hai sollevato la nebbia
dal cuore e dalla mente
ma è notte nell’animo
forse perché non sono ancora
né pazzo né giudizioso
penso a te pensando di tornare
ma non proprio
il mio è un continuo andarmene
da un me stesso all’altro
Verona 28.11.1975
SOLO
Solo
tra la gente
vado seguendo l’istinto
di una sensazione
Solo
tra la gente
cammino cercando qualcuno
tra i pensieri
Mestre 1.01.1976
ANDANDO VIA
Tira un vento triste
e io come una foglia secca
strappata via
potrò mai dormire?
potrò mai adagiare
sul tuo morbido seno
la stanchezza
dei pensieri e delle parole
che non ricordo?
Siena 19.01.1976, a Germana G.
COME UN BAMBINO
Vorrei esserti vicino
quando piangi o sei solo un po’ triste
per dirti che sogno
di avere dita lunghissime
e calde
che arrivano alla tua finestra
per accarezzare dolcemente
i tuoi capelli
Mestre 20.01.1976, a Germana G.
AUGURIO
Ci siamo ritrovati e subito perduti
un nodo atroce mi stringerebbe la gola
e non un suono
uscirebbe cristallino o greve di silenzi
dalla mia voglia di piangere
così ti scrivo
perché ho inchiostro sincero
per quest’augurio
“sii felice e libera
lottando contro l’angelo del signore
per strappare il potere
dalle mani di un adamo nudo col cilindro
finché un giorno
potremo mangiare di nuovo insieme
la mela rossa
sii felice e libera
sorella”
Mestre 24.01.1976, a Mariateresa P.
IL VECCHIO EDIFICIO
Non cerco comprensione
o perdono
il tempo ha maturato la mia mela
vento furioso e pioggia torrenziale
spazzano i pensieri
sta crollando il vecchio edificio
il crollo mi porterà fino alle porte dell’io
ho già rotto i cardini
spezzato gli infissi
e guardato negli occhi il volto del passato
ho ucciso quel cadavere
e il fantasma di mio padre
piano piano sto uscendo
dal buio
Mestre 1976
SOGNO D’INVERNO
Eppure mi piacerebbe ancora
sdraiarmi vicino a te
su un letto di fiori di campo
baciare i tuoi capelli spettinati
e la tua bocca
carezzare il tuo corpo minuto
appoggiare la testa sul tuo seno
e chiudere gli occhi per sognare
alberi altissimi
foglie colorate
riverberi di sole
invece di dormire contento
in questa morbida neve
accecante
Asiago 2.02.1976, a Germana G.
CANZONE D’AMORE
Ti amo con tutti i colori del cielo e dell’acqua
ti amo con tutti i sapori della terra
ti amo con tutta la bellezza della natura dell’universo
ti amo con tutto il vento dei miei pensieri
ti amo con tutto il freddo e il caldo delle mie stagioni
ti amo con tuta l’ansia e la serenità della mia gioventù
ti amo con tutto l’amore della maturità della sofferenza
ti amo con l’ingenuità dell’infanzia nascosta
ti amo con il sentimento profondo che illumina il mio universo
di bellissime concentrazioni di onde colorate
Mestre 7.03.1976, a Germana G.
PERCHÉ
Perché sereni vortici di pensieri d’amore
si mescolano malamente
a deserti di incertezza e foglie secche
cadendo in mille colori
senza luce?
Mestre 9.03.1976
ADDIO
Ma non il vuoto ma amore
vorrei che restasse
come già è
stringendo la tua immagine dolce
tra le mani
Mestre 8.05.1976, a Germana G.
FAMILY LIFE
Si uccidono parola per parola
sguardo per sguardo
patetica saga della vita normale
della pazzia mediocre e acida
della mia famiglia
Uccidono i fiori gli uccelli i colori
gli faccio un torto
a non continuare il loro massacro
Rinfacciano in un coro stonato
di parentele
che non ci sia gratitudine
nel mio sguardo
ma fredda attesa di un’occasione
per rovesciare la tavola
del loro ultimo ricatto
Burattini di un gioco
troppo pesante
forse davvero non capiscono
Mestre 24.05.1976
IL MIO NONCREDO
Non credo in nessun passato né nelle prossime elezioni
Non credo in Cristo né in Buddha né nella pace eterna
Non credo nel vino rosso forte né nell’erba o nell’acido
Nemmeno nel Jazz credo più molto
Non credo all’amore assoluto né alla bontà di cuore
o al disinteresse totale
Non credo nel missionarismo radicale né nella forza d’animo
Non credo in nessun futuro né nel mitra dipinto di rosso
Non credo alla follia totale e neanche in te che mi sei dentro
e mi divori
rabbia maledetta
Mestre 24.06.1976
LUNA
Luna riflessa dalle onde
figlia del buio della notte
madre di incerte sensazioni
creatrice di strane situazioni
Luna al buio della notte
immagine notturna tra le ombre
donna ai miei occhi e al mio vino
perché sei scomparsa?
Venezia 29.06.1976, a Mariateresa P.
TELEFONATA MENTALE
Ho sbattuto tutte le porte
ma non ho urlato
era solo un sogno
o l’occhio troppo acuto della mente
a vederti triste pensare il mio nome
Forse era uno specchio o forse mi pensavi
in fondo al mare di onde perdute
nel buio della notte
Viaggiando attraverso il vuoto
spaccherò il telefono
e lo specchio
Mestre 29.06.1976
EDUCAZIONE
Fantasmi di morali e insegnamenti
non sapete come l’odio che ho per voi
sia talmente violento
da divenire
fredda indifferenza cristallina
Ma a volte la ribelle e pazza
rabbia blues
dissacratrice sputtanatrice rabbia
che ho dentro
spumeggiante vi uccide
Mestre 30.06.1976, ai miei educatori
ARIA DI CASA
C’è un odore strano nell’aria
la mia mente trova sempre
pensieri tristi per il ritorno
le luci gialle antinebbia
sconvolgono le immagini dolci
delle piazze medievali
C’è un odore strano nell’aria
i rapporti ritornano tesi
nuovi problemi sono alla porta
C’è un odore strano nell’aria
come di bruciato
Mestre 29.07.1976
AMORE
Amore è fragile e bellissima
evanescente
Le fate le han dato ali dorate
e fugge
A volte effimera
vola per una sola notte
Altre volte è imprigionata
e muore
Mestre 1976
UN BRINDISI
Altri anni verranno a catena
nel ritmo ossessivo del Pianeta
e altre albe di compleanni
si sveglieranno barcollanti di vino
bevendo il chianti di Germana
mi mancano gli occhi di pioggia
di Mariateresa
Ma oggi amici miei voglio brindare
alla vostra allegra compagnia
alle parole ai sorrisi agli sguardi
e all’amore che verrà
Mestre 29.08.1976, a Checca, Leonarda e Gino, colleghi del lavoro al centralino
IL TICTAC DELLA SVEGLIA
Il tictac della sveglia
dà un ritmo ossessivo
alle mie angosce
Il tic tac della sveglia
assordante prepotente
è il signore della Notte
Il tic tac della sveglia
è il suono a morto
della campana del Tempo
Mestre 2.09.1976
FIORI APPASSITI
La vita passa secondo per secondo
battendo i passi
della chiusura in me stesso
nell’incapacità di reagire
le amicizie più profonde
sfumano rimbalzando negli echi del passato
Sento il peso delle stagioni che verranno
e non so scrivere colori nuovi
sui miei fogli notturni insonni come la Luna
stanotte i miei fiori sono appassiti
Mestre 2.09.1976
IL MIO TEMPO
Passa strisciando viscido
questo tempo assassino
e muoio foglia per foglia
Mestre 2.09.1976
PER I TUOI OCCHI
Per i tuoi occhi
colorati con le sfumature
del fumo e della terra
Per i tuoi occhi
che pensano i tuoi pensieri
Per i tuoi occhi
profondi castani specchi
Volo in alto
amore
Mestre 22.09.1976, a Mariateresa P.
PAROLE FREDDE
Non c’è sereno nelle mie parole
ma nuvole scure
Non c’è allegria nelle mie parole
ma angoscia
Nelle mie parole non c’e dio o il destino
la natura raramente
Nelle mie parole
c’è il mare
e la nebbia fredda di questa città
Mestre 23.09.1976
VIA MONTI LESSINI 68
Maledetta prima casa mia
maledetta per quello che dovevi essere per me
e non sei stata mai
maledetta per la solitudine e il freddo
Benedetta prima casa mia
benedetta per le sedie di paglia
e le ore a digiuno
passate a pensare per capire
Maledetta miserabile casa sporca
buco di ragni e di tristezza
mai più vorrò entrare
in queste tue stanze
Maledetta e benedetta casa
del mio primo tentativo
addio
Verona 3.10.1976, agli amici veronesi di allora
ULTIME VOLONTÀ
Non mi interessa come e quando
ma che sia senza rimpianti
So che non è ancora il tempo
ma non voglio croci crudeli
né stupide parole su cieli e dei
infinitamente inutili
Suonate un blues triste e bello
e copritemi di fiori colorati
non pensate alla mia morte
non è quella che conta
pensate alla mia vita
alla vostra vita
Mestre 20.11.1976, agli amici mestrini di allora
SOGNO DI PRIMAVERA
Anche qui tra questo cemento
è primavera
L’azzurro dei bimbi in occhi sognanti
canzoni di fiori
E divento un mago vestito di lilla
volo leggero
colgo un fiore giallo
di sole
Mestre 1977
L’ERBA DELLA LUNA
Il pensiero di lei è partito per la Luna
con l’ultimo ippogrifo della sera
Il mio cervello in un’ampolla
di fumo
è sempre sulla Luna ma lontano
dalle sudice impronte americane
Mestre 1977
FUMO DI VENEZIA
La mia dolce Occhi Di Pioggia
se n’è andata
lasciandomi senza sguardi
Tornerà la sua immagine
senza pupille
Guardo l’acqua e il cielo
il tramonto e la sera calda
ma non ha senso da solo
stiamo bene le notti a Venezia
seduti sulle rive a guardare
Mi piace il suo spagnolo dolce e sensibile
nel silenzio della laguna
il cuore dell’estate pulsa nello sciacquio dei canali
sono leggero e penso sto bene qui a cantare
dove potrei andare se non qui a sognare?
Venezia 1977
I COMPAGNI
Mi piacciono proprio i compagni …
se mi sentono quelli del partito
mi tacciano di finocchio e sono finito
ma chi ci torna più nel partito
vendita militante efficienza competitività
se no rimani un compagno di base
avanti! non rompete i cordoni!
serietà responsabilità cravatta e ventiquattrore
non fumate, fa male alle cravatte
la rivoluzione è andata in fumo
ma il fumo non è rivoluzione
dov’è finito il maggio e il nostro coraggio?
Mestre 1977, ai miei “compagni” di allora
SOGNO D’AUTUNNO
Pioggia e azzurro di pensieri
sogni della notte del tredici
sogno di realtà diverse
colori sfuocati ma dolci
Vorrei togliere i vetri appannati
dolcemente
per accarezzare le tue mani
perché i tuoi occhi si avvicinino
mentre ti allontani
Foglie d’autunno ballano tutti i tuoi blues
nell’ultimo vento caldo di settembre
Mestre 1977, a Mariateresa P.
DOMANDE
All’azzurro lontano dell’ingenuità
cosa domandano i miei occhi?
Al nero cupo della lacerazione
cosa domandano i miei occhi?
Al castano etereo del desiderio
cosa domandano i miei occhi?
Al grigio dolce e duro della liberazione
cosa domandano i miei occhi?
Al castano etereo del sogno
cosa domandano i miei occhi?
All’azzurro incerto del presente
cosa domandano i miei occhi?
Con quell’azzurro profondo d’incanti
Cosa domandano i tuoi occhi?
Mestre 1977
DEDICA
Armonie e note stonate
il mio suono
Equilibrio cosmico
il tuo
e blues blues blues negli occhi
Armonie e note stonate
ti regalo il free della mia vita
urla sorrisi parole
note libere equilibri e rotture
e blues blues blues negli occhi
Mestre 1977, con un regalo a Marina S.
CANZONCINA PER MARINA
Voglio dare a un sentimento blu
la casa rosa di una rosa
la frequenza delicata
dell’erba bagnata
il fruscio sussurrato
dell’amore sul prato
Voglio dare a un sentimento blu
la dolcezza della pelle
dei tuoi petali di rosa
la bellezza delle stelle
con la luna che riposa
la tenerezza meravigliosa
della rugiada sulle corolle
Voglio dare a un sentimento blu
un viaggio sull’arcobaleno
per colorarlo di sereno
il rosso impastato
di un tramonto sognato
l’azzurro cristallino
dei tuoi occhi al mattino
Voglio dare a un sentimento d’amore
la concretezza dura
del vivere quotidiano
la pazzia pura
del pensiero che ho in mano
l’intensità scura
di un bacio al tuo seno
Mestre 1978, a Marina S.
IL RICORDO DI TE
un giorno lontano ormai anni luce di idee
eri diversa
tanto mi hai dato passando veloce
nella mia dimensione
che il ricordo di te è gioia solare
ma non ti chiedo
ma non mi chiedo
è finito
il campo magnetico
Mestre 1979
LA FAVOLA DI IO E LEI
Il figlio delle tre conformità
credeva di essere padrone
dell’anello delle possibilità
e delle sacre icone
La figlia della strega della Luna
coi filtri di liberazione
gli uccise le madri ad una ad una
e d’amore gli diede una pozione
Poi fuggirono dal paese incantato
e lottarono felici e contenti
con i filtri che lei aveva preparato
contro i malefici dei potenti
Mestre 1979, a Marina S.
DOLCE VIBRAZIONE
Vorrei ali d’argento e azzurre
per volare tra le onde cosmiche
per entrare con riflessi colorati
nei tuoi occhi di strega
d’acqua e cielo
Modena 1979
L’ISOLA CHE C’È
Luna profonda che sorgi dal mare
creatura di tenebre ancestrali
goccia di smeraldo universale
il lampo amplificato riflesso del tuo sguardo
mi ha destato dall’antico sonno
Signora del buio del mio animo
dispettosa creatura della notte
padrona dei miei sogni
in questa calda notte di mezza estate
fammi volare sulla tua isola
fammi diventare Peter Pan
Dubrovnick 1985, a Laura G.
TRISTI GOCCE D’ACQUA
Mille gocce portano lontano
dal pianto di un’estate
ancora così bambina
il dolore dell’acqua radioattiva
che nasconde la sua morte
dentro al fiume
Nessun prato di fiori colorati
può consolare la tristezza
del mare che l’accoglie
Verona 6.05.1986, dopo il disastro di Chernobyl
GIOGGI
Come mi hai voluto bene tu poche persone
l’hanno saputo fare
Uomo e bambino piango disperato
la tua morte violenta
Una parte della mia vita
riposa lì con te
tra le radici della vite americana
Vuoto e lacerazione di un affetto tenero e forte
ti ricordo e sento che mi manca la tua gioia di vivere
la tua bellezza selvaggia
la tua pazzia
Piccola cara strana
amica mia
Verona 7.11.1989, in morte di Gioggi, la mia gatta
LA VIA DELL’ETÀ DI MEZZO
La polvere cosmica si incendia
costellando la notte di effimere luci
Instancabile Gaia ha percorso
quaranta volte il suo giro
da quel giorno
L’armonia è salita di ottava in ottava
fino ai tuoi sogni
Auree sinergie mi inducono ad amarti
diversamente ad ogni ciclo
Verona 10.08.1995, a Marilinda R. per i suoi 40 anni
LA FINE DI UNA VITA
Dove finiscono le nuvole
il cielo è rosso sangue
tornando a ovest
lascio il peso di quella triste casa
in quella cupa città
e sorgono i ricordi come lacrime
Dove finiscono le nuvole
il cielo è grigio piombo
Verona gennaio 1998, in morte di mia madre
ADESSO E’ TARDI MAMMA
adesso è troppo tardi per dirti quelle lacrime
per spiegarti quei giorni
Adesso è troppo tardi per tornare nel tempo
alla nostra spiaggia dorata
Adesso ti sento nel cuore sei nei miei sogni
ci sei e non ci sei più
Verona 20.06.1998, a mia madre
IL NOSTRO CIELO
Siamo rinati ancora diversi e uguali
siamo cresciuti insieme
Nemmeno la cometa caduta su Giove
ci ha fermato
Che anni meravigliosi stiamo vivendo insieme
che meraviglioso Cielo!
Verona 10.10.1998, a Marilinda R.
TERRE
Dolci colline e vallate
le tue terre
aspre cime rocciose
le mie terre
e le infinite energie
che la loro unione
manda fino al Cielo
Verona giugno 1999, a Marilinda R.
FERITA
La mia ferita è così profonda
che sanguina ghiaccio
La mia vita è così stretta
che non riesco più a venirne fuori
Verona 3.09.1999
INFRAROSSO TERMICO
Giungemmo a Sant’Angelo una notte di luglio
senza luna
e guardando il profilo proteso nel mare
con stupore ci accorgemmo dell’alone
di chiarore opaco che lo avvolgeva
Potevamo finalmente vedere il calore della Terra
e ne fummo contenti
Sant’Angelo d’Ischia 5.07.2000
SCIROCCO INTERIORE
Una nuvola greve ferma da troppo tempo
il mare latteo non parla
Un lieve chiarore emerge a fatica
il vento a tratti lo aiuta
Ma l’oscura gravida coltre
subito ricopre l’orizzonte
Sant’Angelo d’Ischia 8.10.2001
ACQUE CHIARE
Troppi anni fermo in rada
poi una spinta per viaggiare
nuove mappe nuova strada
Ma non potevo più restare
in questi porti in questi mari
perché non erano acque chiare
Altri lidi mi eran cari
son tornato alle mie acque
e mi guidano altri fari
Verona 20.01.2003, addio ai torbidi della “new age”
MA DOVE SI VA?
La mia strada è lunga
migliaia di anni
sono stato un bambino
che di nascosto la notte volava
sono stato un ragazzo
idealista e violentemente pacifista
sono stato un viaggiatore
che ha sbagliato mille strade
finché ho trovato te
sono un uomo di cinquant’anni
e ancora non so bene
dov’è che si va
Verona 14.08.2003
AUTORITRATTO A CINQUANT’ANNI
Sono arsenicum e psora
rigido orale
un po’ schizoide e pantofolaio
Lunatico e ipersensibile
sono troppo razionale
per il mio inquietante sesto senso
Sono ideologico un fesso utopista
sovversivo conservatore
di valori umani dismessi
Atipico misantropo
insegno a quei pochi
quel poco che so
Il latte mi uccide
e nemmeno lavorare
mi fa molto bene
Estremista del “giusto mezzo”
seguo il Tao senza mai raggiungerlo
e applico troppo spesso la legge di Murphy
Sto invecchiando
ma gli occhi
gli occhi sono sempre quelli
Verona 29 agosto 2003, per il mio cinquantesimo compleanno