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Categoria: Versioni libere di Pier

Un utilizzo inusuale della sensitività.
Libere versioni di testi di poesie e canzoni ottenute applicando la sensitività per capire il reale significato dato alle parole dal loro autore.
Sembra che la versione da una lingua straniera di una poesia o di una canzone più è letterale più risulti brutta; a me basta che rispetti il senso di quel che l’autore voleva dire, ma proprio qui mi sono trovato in difficoltà. Tutto ha avuto inizio una mattina in cui mi ero svegliato con il ritornello di Ruby Tuesday, una canzone dei Rolling Stones che amo fin dalla sua uscita, che mi girava ossessivo nella mente e mi venne la curiosità di sapere di cosa parlava davvero, perché le storie di una groupie scopata un martedì che avevo sentito a suo tempo mi parevano assurde. Come poteva un motivo così bello, una musica così struggente da penetrarmi ancora nell’anima dopo più di 50 anni, derivare da una vicenda tanto banale e insignificante per uno come Keith Richards?
Cercando in Rete la traduzione del testo ne avevo reperite un certo numero tutte uguali e tutte pessime, ma era il loro significato che trovavo assurdo, la mia percezione sensitiva mi diceva che i traduttori (quelli umani come quelli elettronici) non capivano il senso delle parole del testo in Inglese, non afferravano il vero significato delle parole. Allora mi misi a cercare interviste all’autore e commenti alla canzone per capirci qualcosa di più. Trovai un riferimento al travolgente e turbolento rapporto di Richards con Linda Keith e cercai notizie su di lei trovando anche delle foto: aveva i capelli rossi!
Oltre alle foto, mi venne in aiuto una vicenda da Repubblica delle Banane, quale siamo in realtà: Ruby vuol dire “Rossa”, il soprannome di una ragazza con i capelli rossi, e sebbene la Keith non fosse parente di Mubarak, mi folgorò l’idea che si trattasse di lei. Sì, la canzone era scritta per lei dopo che si erano lasciati, una sorta di ricordo nostalgico dell’amore folle con quella bellissima e sconvolta ragazza della swinging London. Guidato da questa percezione iniziai a tradurre le parole del testo, ma il ritornello non funzionava. Doveva voler dire qualcosa in slang, percepivo di aver a che fare con un modo di dire intraducibile di cui bisognava capire il senso per renderlo in Italiano. Nella difficoltà mi venne in mente il modo che avevo messo a punto per ricavare l’informazione giusta dalla consultazione dell’Yi Jing nella versione di Eranos che, correttamente, propone per ogni parola cinese la serie di significati a cui è collegata: per capire quale fosse quello giusto rispetto alla mia richiesta usavo la percezione sensitiva aiutandomi con il pendolo. Alla fine la risposta ottenuta mi stupiva per essere molto diversa da quelle delle altre cinque versioni del Libro che possiedo, ma anche per essere l’unica davvero illuminante.
Mi misi al lavoro sul testo della canzone alla stessa maniera, ottenendo un testo diverso sia dalla traduzione letterale sia dal significato che avevo pensato all’inizio, ma sono convinto di essere arrivato in questo modo molto vicino allo stato d’animo, ai sentimenti che hanno mosso Keith Richards a scrivere quelle parole per Linda della quale fa capire tutto con la frase tra virgolette che pronuncia la Rossa Martedì. Alla fine ripensando al titolo mi venne in mente la Nera Mercoledì della famiglia Addams e andai a controllare se Richards poteva aver già visto la prima serie televisiva inglese quando aveva messo il titolo alla canzone, trovando conferma. Così ho giocato sul contrasto tra le due ragazze che sono all’opposto: una rossa e fuori di testa nella sua totale ribellione, l’altra nera e fredda come il ghiaccio nella sua  ribellione spietata. Un opposto che le poteva legare nella mente di un poeta come Richards traendone una sintesi per antitesi: Linda Keith per lui forse era stata una Rossa Martedì, la sorella maggiore della Nera Mercoledì.
La versione libera del testo, ottenuta con la percezione sensitiva, per uno come me che non ha mai vissuto a Londra è un bel risultato.
Così ho applicato il metodo ad altri testi che mi interessavano.
Nelle canzoni il mio interesse non è quello del paroliere che deve rispettare il ritmo e la metrica, ma solo quello di rendere il senso reale delle parole, quello più vicino possibile all’idea dell’autore.
Nelle poesie invece ho tentato di rendere anche gradevole il risultato, pur non essendo io un bravo poeta. Le mie libere versioni di alcuni testi da “Old Possum’s book of pratical cats” di T.S. Eliot ottenute con la sensitività mi soddisfano più di tutte le traduzioni che si trovano in rete o pubblicate, così come il senso del titolo “Libro del Vecchio Opossum sui Gatti Birboni”.