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TERAPIA MORA, BIORlSONANZA, REGOLAZIONE ENERGETICA APPLICATA AL METODO TECHlNEOS

TERAPIA MORA, BIORlSONANZA, REGOLAZIONE ENERGETICA APPLICATA AL METODO TECHlNEOS

autore: dott. med. Alessandro Solerio.
Argomento: Terapia MoRa

Empiricamente, fin dall’inizio del secolo, gli ecologi clinici prescrivevano diete di eliminazione: il bagaglio di cultura ed esperienze raccolte viene annoverato nell’ambito dell’Ecologia Clinica. Oggi però possiamo affermare che sta nascendo una vera e propria Ecologia Diagnostica, capace di fare luce sulle cause iniziali e non apparenti delle malattie.

Le principali metodiche inseribili nell’ambito di questa nuova branca del sapere medico sono il Test di Voll od elettroagopuntura, il Test di Morell (frequenze dell’allergene invertito), il Test Vega di Schimmel, la Kinesiologia applicata con i suoi vari test muscolari ed in particolare l’O-ring test di Omura. Tutte queste tecniche inducono o ricercano modificazioni dello stato energetico del paziente a scopo di indagine, permettono di fare diagnosi eziologiche precoci, consentono di trovare un nesso causale comune tra sintomi apparentemente slegati fra di loro, illuminano sul susseguirsi, nella storia clinica del paziente, di patologie a prima e superficiale vista, tra loro non correlate.

E’ possibile identificare in pazienti problematici situazioni quali: campi di disturbo da cicatrici, geopatie, esposizione cronica a campi elettromagnetici, precancerosi o malignomi, focolai infettivi, inquinamento da tossine chimiche, batteriche o virali, errori del sistema immunitario (allergie), alterazioni del sistema endocrino, ipertono vagale o simpatico, stati di acidosi od alcalosi, stress su organi apparentemente sani secondo gli usuali criteri clinici o di laboratorio. Questi dati, oltre ad altri meno importanti ma egualmente suggestivi ed interessanti per interesse biologico, permettono di mettere in atto terapie dolci e non soppressive: dolci in quanto non comportano un danno biologico per il paziente, non soppressive in quanto evitano di mascherare la sintomatologia spostandola altrove.

Nel corso della visita secondo il metodo Techineos, abitualmente il paziente viene sottoposto alla terapia MoRa, una metodica di trattamento che si riallaccia all’Agopuntura.
Nella prefazione del più antico testo di questa scienza l’Imperatore Giallo dice: “… non desidero che i miei sudditi si ammalino perchè se sono malati non pagano le tasse (!), non voglio che si curino con le medicine che li intossicano, non voglio che si curino con gli aghi di bambù, ma con i misteriosi aghi di metallo che guidano l’energia“.
Il concetto di riequilibrio energetico è presente in tutte le medicine vitalistiche, volte a curare lo squilibrio profondo che precede, magari di molti anni, il sintomo superficiale che ci porta dal medico. Ma di quale energia si parla? sarà qualcosa di reale o una cortina fumogena per mascherare un niente? Ormai alle soglie del duemila possiamo pensare ogni corpo inanimato od animato come produttore di energia, infatti ogni atomo che lo compone libera energia di continuo ed esiste un equilibrio elettromagnetico costante tra il nucleo (carica positiva) e gli elettroni orbitanti portatori di cariche negative. In particolare poi ogni cellula, tessuto, organo vivente produce corrente elettrica: pensate alle registrazioni delle correnti elettriche del cuore (elettrocardiogramma) o del cervello (elettroencefalogramma).
A questo punto le nebbie cominciano a diradarsi! Ogni nostro tessuto, mentre vive, genera corrente, campi elettromagnetici e quindi frequenze come una radio trasmittente. L’apparecchio MoRa cui viene collegato il paziente agisce proprio come una radio: riceve frequenze e le divide selezionando quelle armoniche (prodotte dagli organi sani), dalle disarmoniche (generate dagli organi malati). Il passo successivo è amplificare le frequenze secondo coefficienti che vengono testati nel corso della seduta e rimandarle al paziente secondo un circuito cibernetico continuo. Le frequenze armoniche sono amplificate col risultato di dare vitalità all’organismo incrementando la parte sana della sua emissione elettrica: è lo stesso effetto dell’Agopuntura ottenuto per altra via! Contemporaneamente l’apparecchio inverte le frequenze disarmoniche amplificate col risultato di dare una informazione all’organismo volta a cancellare le frequenze degli organi malati: in pratica a cancellare la malattia.Bicom optima per sito
E’ l’equilibrio dell’energia ottenuto con strumenti moderni al quale miravano già i medici del passato lavorando sullo tsri o sul prana.

Nel corso del primo tempo della seduta, definito terapia di base, i tessuti entrano in risonanza ed eliminano tossine ed immunocomplessi riversandoli nel sangue: per questo motivo è imperativo attivare gli organi di eliminazione bevendo liquidi (acqua, spremute, tè deteinato), in ragione di almeno due litri nelle prime quarantotto ore cominciando subito dopo il trattamento. Si eviteranno così reazioni di aggravamento per eliminazione massiva di tossine, quali causano anche i trattamenti di agopuntura o l’assunzione dei rimedi omeopatici in presenza di un forte carico tossinico e di organi di eliminazione poco validi.

Alla terapia di base segue un secondo tempo di ottimizzazione dell’effetto. Ad esempio si trasmettono al paziente le frequenze di un allergene opportunamente manipolate oppure si tratta un tessuto particolarmente colpito con tecniche ancora più specifiche (elettrodi locali su parti del corpo o zone di proiezione cutanea di organi profondi o su specifici punti di agopuntura).

Nel corso della seduta tutte le frequenze che vanno verso il paziente possono essere trasmesse anche ad un supporto: acqua fisiologica ad esempio (o una scheda magnetica). In questo modo si ottengono le “gocce MoRa” che contengono tutte le informazioni elettromagnetiche del trattamento avvenuto e servono a reintrodurle nell’organismo quotidianamente ed in maniera autonoma.

Il risultato di questi atti terapeutici è l’avviare l’organismo verso processi di autoguarigione senza produrre mascheramenti dei sintomi (cosiddetto terzo organo della catena causale) ma correggendo lo squilibrio elettromagnetico che accompagna già l’ammalarsi del primo organo della catena causale (la vera radice della malattia).

L’esperienza raccolta in circa trent’anni di pratica nell’ambito delle medicine non ufficiali ha portato alla costruzione di questa prassi volta alla ricerca delle cause profonde di malattia ed alla loro soluzione nel rispetto dell’integrità biologica del paziente. In effetti, nell’ambito di ogni terapia medica, si rischia di attuare mascheramenti di sintomi senza realizzare una radicale soluzione delle cause profonde, iniziali, della malattia del paziente. Ad esempio, il sopprimere una cefalea con un analgesico rimuove il sintomo dolore ma non affronta la causa della malattia.

I medici cinesi di 5000 anni fa enunciavano già questo concetto: “Quando vai dal medico, fai attenzione! Gli porti sempre il sintomo di un terzo organo di una catena! Se il medico cura solo il terzo organo rende più ammalati gli altri due, che ammaleranno più gravemente lo stesso organo o un altro terzo organo, e quindi sarai più ammalato di prima“.

Il paziente trattato ripetutamente con gli analgesici potrà manifestare sintomi acuti (una gastrite emorragica) o sintomi di tossicosi cronica (un danno renale prima latente e poi sempre più evidente): sono i cosiddetti effetti collaterali, che la medicina ufficiale d’oggi accetta come inevitabili perché non attua mai una vera terapia delle cause, che non conosce, ma solo del sintomo che è la parte più evidente ma meno importante della malattia.

Nel curare bisogna sempre dare una informazione al sistema (paziente) evitando una deformazione dello stesso. Se invece è attuata la soppressione del sintomo, la malattia passa in uno stato di clandestinità (si approfondisce restando latente) per poi riaffiorare con sintomi diversi a carico di un altro organo o tessuto. In quel momento il paziente cambia specialista e si sforza di realizzare un nuovo mascheramento. Questo modo di procedere ha però un alto costo biologico: una progressiva perdita della vitalità un correre più rapidamente verso malattie sempre più difficilmente curabili. Esaminando la storia clinica di ognuno di noi, possiamo identificare tre stadi successivi: il primo stadio è quello delle infiammazioni (tonsilliti o mucositi o dermatiti o nevriti); segue lo stadio dell’invecchiamento-sclerosi in cui gli organi diventano inefficienti: “dottore non digerisco, mi addormento dopo mangiato, non vado in bagno, trattengo i liquidi, ho il fiato corto quando cammino, la mia pelle è sempre secca“; il terzo stadio è quello delle degenerazioni, tanto benigne (le cisti, i fibromi, gli adenomi), quanto maligne (i carcinomi, i sarcomi e tutte le patologie neoplastiche). Il nostro paziente, “curato” con gli analgesici per tanti anni, che in eterno ha combattuto contro una cattiva digestione, un intestino stonato, una mente instabile ed inefficiente, una pelle problematica, un ancor più problematico recupero dalla fatica sia fisica che mentale, diventa iperteso: i suoi reni sono diventati vecchi, la loro età biologica non corrisponde all’età anagrafica del loro proprietario: lui ha quarant’anni e loro settanta. La cronica informazione del sistema con farmaci chimici ha prodotto una deformazione del sistema stesso fino alla sclerosi. E’ il momento di salvargli la vita! Arrivano gli ipotensivi che apparentemente gli allungano la vita ritardando accidenti vascolari, ma in realtà gliela accorciano spingendolo verso altre patologie del secondo stadio o verso le degenerative del terzo (per la Cina antica il rene ammala la pelle, le articolazioni, il sangue, il cervello occipitale ed ovviamente l’apparato genito-urinario ed in modo misterioso tutti i tessuti che sono lungo il meridiano di agopuntura del rene e della vescica); è li che compariranno i sintomi del secondo e del terzo stadio del nostro paziente alla cui pianta si tagliano sempre i rami malati ma non si cura mai la radice. Oggi il come ed il dove evolve la malattia non è affatto misterioso ed il nesso causale tra patologie apparentemente diverse è molto evidente sia ad una lettura sul piano neurologico riflesso (vedi a questo proposito i metameri di Dejerine, le dermalgie riflesse di Jarricot, il sistema dei meridiani di Agopuntura), sia sul piano biochimico, sia sul piano chimico-fisico (per interazione tra campi elettromagnetici di molecole diverse), sia sul piano unicamente fisico (il nostro corpo è un insieme di tessuti che per vivere producono correnti e quindi tra di loro interagiscono).

E’ lo tsri, il prana, il concetto di circolazione dell’energia dell’Agopuntura tanto negato da quegli stessi che poi basano la loro diagnosi sugli elettroencefalogrammi o sugli elettrocardiogrammi (lì c’è la corrente elettrica del cervello o del cuore).

Tutti gli esseri viventi sono generatori di campi elettromagnetici e con questo messaggio interagiscono con i loro simili e con l’ambiente che li circonda.

La Cina antica aveva messo a punto delle strategie per evitare le terapie soppressive ed il mascheramento dei sintomi: “quando hai un dolore, non curare il dolore, cura l’organo: il sistema dei meridiani dell’agopuntura ti dirà quale è l’organo che ti manda il suo messaggio di sofferenza. I “piccoli operai” della medicina curano i rami, i grandi medici curano la radice della malattia. L’agopuntura locale (soppressiva del sintomo) deve essere sostituita dall’agopuntura d’organo (con i punti di comando a distanza) ed ancor meglio dai trattamenti di equilibrio e di conservazione dell’energia. Attraverso una attenta osservazione, gli antichi medici cinesi avevano capito che per guarire un organo bisognava agire sugli organi correlati energeticamente su tutta la catena causale e costruirono una fisiologia (i famosi cinque elementi, la circolazione superficiale e profonda dell’energia, le catene causali) volta a curare le cause e non gli effetti.
Quando la nostra medicina fa nuove scoperte, è sorprendente constatare come siano già state anticipate dalla prassi agopunturistica: “il rene ammala il sangue“, dicevano in modo apparentemente misterioso. Da qualche anno anche noi abbiamo capito, una volta scoperta l’eritropoietina di origine renale, che tale organo condiziona il midollo osseo e quindi il sangue! Di fronte ad una malattia del sangue è quindi ragionevole pensare – e quasi costantemente trovare – nella storia del paziente segni di una precedente sofferenza renale. Nella terapia da mettere in atto sarà fondamentale agire sul rene.

E’ importante inoltre ricordare che nella strategia terapeutica della Cina antica, accanto all’agopuntura, fondamentali erano le regole dietetiche da osservare in quanto i cibi, a seconda delle loro caratteristiche, interferivano pesantemente con il funzionamento degli organi. Una prescrizione dietetica accompagnava regolarmente ogni trattamento di equilibrio dell’energia a mezzo dell’Agopuntura.

Molti secoli dopo, nella seconda metà del ‘700, Samuel Hanhemann, un alchimista che diventerà uno dei padri della chimica moderna, andò oltre la medicina chimica o molecolare. Nell’ottica di evitare i pesanti effetti collaterali dei medicamenti, pensò di prepararli con progressive diluizioni: l’idea era mantenere gli effetti terapeutici ed evitare gli effetti collaterali negativi. Una delle prime sperimentazioni fu condotta con la scorza della China: in coloro che producevano solfato di chinino maneggiando costantemente la corteccia della Cinchona Officinalis (volgarmente detta China), erano quasi costanti l’ittero, gli eczemi e gli accessi di febbre intermittente. La China dunque, assunta cronicamente, causava la febbre, ma una somministrazione singola, in dose molecolare, della stessa sostanza stroncava l’accesso febbrile della malaria. Perchè non diluire progressivamente le soluzioni del rimedio conservando l’effetto positivo sulla malaria ed evitando gli effetti negativi sulla pelle e sul fegato?

Purtroppo le diluizioni più alte perdevano efficacia. Hanhemann a questo punto ebbe un’intuizione: ad ogni diluizione, tenendo in mano la soluzione ottenuta, batteva il pugno cento volte sulla propria scrivania: le attenuazioni così ottenute, notò con sorpresa, ritornavano efficaci per curare sia la malaria cronica, ad accessi intermittenti, sia gli itteri epatici e le dermatiti. Si era delineata la legge fondamentale dell’ omeopatia (legge della similitudine): una sostanza assunta ripetutamente in dose ponderale causa una serie di sintomi, sono gli stessi che guarirà una volta preparata omeopaticamente, diluita e dinamizzata fino alla scomparsa delle molecole iniziali.

Da allora il grande interrogativo: perchè una soluzione in cui chimicamente non troviamo più niente è tanto attiva biologicamente? La risposta si va delineando in questi ultimi tempi: le diluizioni dei rimedi omeopatici sono beta-emittenti e questa capacità di liberare energia elettromagnetica è stata misurata da un gruppo di ricercatori francesi, fisici e matematici, che operano nell’ambito della ricerca quantistica. Le diluizioni e dinamizzazioni successive producono nelle soluzioni omeopatiche la comparsa di “buchi bianchi”, l’esatto opposto dei buchi neri dell’universo: i secondi sono enormi concentrazioni di materia, i primi sono forti concentrazioni di energia, secondo la teoria dei punti iperluminosi, e come tali sono in grado di influire sugli organismi dando informazioni elettromagnetiche e creando un effetto onda.

Le osservazioni cliniche dell’efficacia dei rimedi omeopatici cominciano ora ad avere una spiegazione scientifica.

Sul filone dell’omeopatia classica e dell’agopuntura, negli ultimi cinquant’anni sono nate alcune tecniche diagnostiche e terapeutiche quali l’Elettroagopuntura di Voll, il test di Schimmel o Vegatest, la Moraterapia (con il test Morell delle frequenze dell’allergene invertito) ed i test muscolari della chinesiologia applicata (evoluzione della chiroterapia o medicina manipolativa). Sulla conoscenza di queste metodiche si è basata la ricerca delle cause profonde di malattia e l’esperienza accumulata ha portato a gettare un ponte tra la cosiddetta medicina alternativa e la medicina accademica: ai seminari Techineos intervengono medici universitari ed ospedalieri che si trovano in sintonia con le conclusioni di Techineos in quanto sono illuminanti sul ruolo del sistema immunitario come causa iniziale di ogni patologia.

La conoscenza del sistema di difesa del nostro organismo e dei suoi errori (dal greco allos erghia ovvero allergia, ovvero difese sbagliate) quali l’immunologia comincia a delineare, modificherà profondamente il modo di fare medicina in futuro.