ARCHITETTURA AL FEMMINILE
Questo scritto, tratto dal libro di Remy Alexandre “Geobiologia” dove è posto in appendice, si inserisce nel contesto “bioenergetico” in quanto la casa si può considerare come un’estensione del nostro corpo: “la nostra terza pelle”, dice la bioarchitettura, e viene quindi a far parte delle nostre relazioni energetiche vitali.
Una “lettura della casa” è un po’ come la “lettura del corpo” dei suoi abitanti e i blocchi energetici si “materializzano” non solo nella forma del corpo ma anche nella situazione della casa.
Gli antichi Cinesi lo avevano intuito e ne avevano tratto un’arte, il Feng Shui, che aiuta ad armonizzare gli spazi considerandone gli aspetti energetici, cercando di “sciogliere i blocchi”.
Nelle case passiamo ormai la maggior parte della nostra vita e vi lasciamo la nostra impronta energetica, come anche le abitazioni ci trasmettono la loro energia. Le case sono quindi lo specchio di chi le abita sia in termini culturali, sia in termini energetici.
Ma il posto dove sono costruite può riservare delle sorprese sgradite:
zone di disturbo create da particolari situazioni geologiche e idrogeologiche o da anomalie nel campo elettromagnetico naturale, se coincidono con i luoghi del nostro riposo, possono rivelarsi fattori nocivi e patogeni e condizionare il nostro benessere perché non li “sentiamo” più come invece riuscivano a fare i nostri antenati, e come fanno ancora i bambini piccoli e gli altri mammiferi superiori, quindi li subiamo inconsapevoli.
Inoltre cemento armato, impianti elettrici, radio onde, wi-fi, ecc. interferiscono nel gioco di relazione tra noi e le microonde cosmiche e i campi elettromagnetici naturali.
Le nostre “superconfortevoli” case sempre più spesso sono molto nocive alla nostra salute psico-fisica per l’elettrosmog e per l’inquinamento chimico “indoor”; l’aria che vi è confinata dentro spesso è ben più inquinata di quella esterna a causa delle sostanze chimiche nocive sciolte nei materiali edili, nelle pitture, nelle colle, nei prodotti per la pulizia domestica, immesse nei mobili industriali e nei tessuti sintetici.
Si è perso il senso della sacralità dell’abitazione come “tempio del corpo”, così come si è perso il senso della sacralità del corpo come “tempio dello spirito”, perciò si è ridotto questo prezioso elemento di vita e di energia, la casa, ad una merce qualsiasi che costa sempre di più e ha sempre meno qualità.
Per ritrovare questa sacralità, descritta da Alexander Lowen nel suo libro “La spiritualità del corpo” occorre pensare alla casa in termini di scambi di energie viventi, come “terza pelle”, appunto.
L’autrice dell’articolo ci fa capire chiaramente che nel pensare e realizzare la propria casa, nell’arredarla e nel sistemarla, come nel prendersi cura del proprio corpo e del proprio spirito, occorre tornare alla parte più “femminile” di ciascuno di noi, sensibile e dolce, in una visione olistica e bioenergetica.
Pier Prospero
Architettura al Femminile
di Charlotte Alexandre
appendice al libro “Geobiologia” di Remy Alexandre, ed. RED, Como 1988
Sguardi di donne, sguardi di bambini sull’ambiente. Forme, colori, profumi, culla dei nostri amori, un altro corpo riflesso nei nostri corpi: l’ambiente si risveglia ad una nuova dimensione, vivo, caloroso, iridato.
Apparentemente tutto ciò pare essere lontano dal nostro obiettivo, da quella medicina dell’habitat delineata nel libro.
Tuttavia é necessario stare attenti a non aggiungere all’aggressione dei raggi tellurici ed alla saturazione elettrica dell’aria un altro non trascurabile inquinamento: quello dell’arredamento e delle tensioni della vita quotidiana che agisce, anche se indirettamente, sul sistema nervoso e sulla qualità dell’essere, impedendo la distensione e la gioia di vivere.
Come una medicina dolce, omeopatica, il contatto con l’ambiente agisce su di noi ogni giorno. Primo sguardo del neonato; ultima impressione ad ogni partenza … essa cura silenziosamente, segretamente.
Medicina al femminile… Perché? Essa si indirizza all’anima, alla parte femminile di ciascuno, e fa vibrare tutto un mondo che, solitamente, ci sfugge.
La donna è l’anima della casa. Attraverso la sua personalità e il suo calore la casa vive, sarà accogliente e colorata, silenziosa e dolce per l’amico come per L’estraneo. La stanza più semplice può avere l’aria di un palazzo, con qualche oggetto, colori caldi, giochi di luce, qualche pianta.
L’arte di dare la vita non si apprende: è necessario essere vivi, semplicemente…
Uno spazio ingombro è spesso indice di una vita interiore confusa.
Se si è a proprio agio nel proprio corpo, se si vive pienamente, se si rispetta e si abita la casa quasi fosse un tempio, essa riflette quest’armonia, questa pace.
La casa é luogo di riti e di simboli, riflesso dell’universo.
Tutto è in tutto … Ma è necessario che ci si ponga in armonia con questo tutto. D’altra parte non esistono ricette per trasformare una “casa-frigorifero” nel palazzo di Biancaneve. Trascorrere quindici giorni in solitudine a contatto con la natura, in primavera o in estate, osservare, riempirsi gli occhi e il cuore di tutte quelle forme, quei colori abbaglianti.
Rimanere sdraiati nell’erba per viaggiare con le nubi, bere l’acqua dal cielo, sentire il vento fra i capelli, tuffarsi piacevolmente nell’acqua del mare, offrire il proprio volto ai rumori della notte, poi, improvvisamente, ritornare e osservare la propria casa con occhi nuovi.
Colui che crea, architetto, arredatore o semplicemente abitante, deve rimanere in intimo contatto con la propria creazione.
Cosa può inventare … tutto è già a portata del suo sguardo.
La natura ci dà costantemente una lezione di modestia e nessuna opera d’arte vale il profumo del glicine in fiore!
Ricolmo di ‘silenzio’, l’abitante cercherà di ritrovare nella sua casa alimento a questo silenzio, uno spazio vivo dove ritemprarsi, immergersi nella vita interiore, prendere contatto con il proprio essere, dopo le ore passate nell’agitazione e nel rumore.
Al mattino, dopo il risveglio, e varie volte durante la giornata, egli potrà distendersi a terra senza urtare mobili, accolto da un morbido pavimento.
Si entra in casa a piedi scalzi, un tappeto attutisce i passi, le piante vi crescono e il sole vi penetra, mentre le tende giocano sottilmente con la luce. Profumi gradevoli manterranno vigile lo spirito e favoriranno il rilassamento.
Alcuni vetri possono essere sostituiti da piccoli riquadri colorati; che permettono di godere visivamente di diverse gradazioni dello spettro solare anche in caso di brutto tempo.
Nella stanza di soggiorno alcuni cuscini saranno rivestiti con stoffe dai toni caldi o molto tenui.
Ognuno vi troverà il proprio posto. Il bambino imparerà a rispettare questo silenzio, restando anzi all’ascolto di certe sensazioni innate ma soffocate dalla nostra società. La vita familiare non sarà semplicemente una spartizione di cibo e di parole, ma uno scambio silenzioso, frutto di un ricco raccolto.
Vivendo nella natura si impara ad amare piante e alberi.
La vita è il risultato di uno scambio, una continua circolazione di energia.
Le piante ed i fiori nei loro vasi sono la vita della casa.
All’esterno le piante rampicanti proteggono dal freddo, dalla pioggia, dal vento. In estate esse rinfrescano, purificano l’aria, producono ossigeno e, alcune di esse, producono frutti.
Queste ‘pellicce’ vegetali sono dei veri e propri collettori solari viventi.
Chi oggi può dire: “seduto sotto un albero guardo scendere la sera”?
Ma a forza di seminare, anche solo nei vasi, di piantare, di innaffiare, di guardare queste piante crescere, di meravigliarsi e di amarle, ognuno si sorprenderà a pensare “non sono io che respiro, ma è l’universo“.
La felicità è fatta di piccole gioie e di momenti intensi.
Solo il contatto con gli elementi naturali può risvegliare in noi quella vita interiore che lo stile di vita contemporanea rischia di schiacciare.
Un balcone fiorito ci fa dimenticare che esso non è altro che un balcone e i pomodori che crescono sul davanzale emanano un profumo che fa gioire il cuore.
Le piante sono come noi: hanno bisogno di acqua e di sole. Lasciamo che entri questo in abbondanza e apriamo le finestre affinché i suoi raggi purifichino l’aria.
Se si ha la fortuna di abitare su di una piccola altura, contemplare il levarsi del sole è uno spettacolo che ci viene offerto quotidianamente.
Il soggiorno, orientato ad ovest, privilegia le tinte del crepuscolo, che ammireremo d’inverno in compagnia di un fuoco scoppiettante e, d’estate, sulla terrazza.
Il rito dell’acqua è vecchio come il mondo; simbolicamente è stato ripreso nel battesimo.
Lavarsi può aiutare a liberarsi dalle preoccupazioni giornaliere o dalle notti difficili.
Il bagno dovrebbe essere spazioso e ben arieggiato, perché contiene molta umidità. Una doccia e una vasca da bagno accostate permettono di lavarsi e quindi di tonificarsi con un bagno alle erbe e ai sali.
Lasciare le scarpe nella stanza da bagno è una norma d’igiene elementare quando si passa da questo luogo al letto. È anche un gesto confortevole: i passi sono accolti da tappeti molto leggeri, che possono essere asciugati facilmente al sole.
Il rito dell’acqua può essere ricreato in molti luoghi della casa: vaschette ‘lavamano’ a portata dei bambini, una vasca d’acqua con ciottoli graziosi, una doccia sulla terrazza per i giorni più afosi e così via, secondo la nostra inventiva, fino ad una piccola vasca per pediluvi alle erbe come consiglia Messeguè… Il pediluvio aiuta a decongestionare l’encefalo e quindi a prepararsi al sonno.
Da questo bagno di aria, acqua e sole, si passa ogni sera alle luci della notte.
I bambini ci insegnano che è bene addormentarsi al crepuscolo e levarsi all’alba, ma noi non siamo ancora così saggi da accettare questo ritmo naturale e le nostre case hanno bisogno di luci artificiali.
L’illuminazione è uno dei punti più importanti per l’atmosfera di ogni abitazione. Studiata in funzione dei bisogni di ciascuno, essa avrà un ruolo essenziale anche dal punto di vista dell’arredamento.
È l’illuminazione che può rendere una stanza fredda o accogliente, mettere in evidenza dei colori, delle piante, un oggetto particolare.
La cucina non deve essere necessariamente illuminata dai neon che affaticano le cellule nervose e gli occhi, né dalle solite ampolle appese a un filo. Qualche lampada graziosamente incappucciata, qualche spot ben diretto sul lavandino o sul tavolo; una piccola lampada con un abatjour colorato sulla mensola, portano una nota di atmosfera certamente più gradevole.
Il tavolo da pranzo deve essere ben illuminato: un mazzo di fiori, posto nel centro, darà una nota di bellezza, necessaria ad una buona assimilazione del cibo.
Non dimentichiamo la possibilità di utilizzare delle candele, dolci fiammelle magiche che affascinano i più piccoli. Un piccolo lampione colorato installato sul balcone accoglierà gli ospiti e rallegrerà i vostri bambini.
L’illuminazione del soggiorno e delle stanze da letto sarà ottenuta con toni tenui e rilassanti.
Naturalmente nulla vi impedisce di installarvi degli spot per la lettura. Solo la porta di ingresso, la cantina, il garage, devono essere muniti di lampade più forti, in modo da permettere a ospiti e bambini di muoversi anche senza conoscere bene i luoghi.
Invece l’angolo del silenzio può avvalersi di una lampada ad olio, piccola fiamma simbolica del tempo delle vestali.
Il fuoco fa parte dei simboli: esso purifica.
Nel giardino permette di bruciare svariati rifiuti. Per i bambini guardare il fuoco è una festa che si rinnova ogni volta. All’interno l’angolo del camino è l’elemento vitale dell’inverno. Ci si ritrova, lo si ascolta, vi si brucia dell’eucalipto o dei rami di pino, si cuociono le castagne. Tutta una vita si svolge e si espande nel suo mistero e nel suo crepitio.
Tagliare da legna e piantare un albero, accendere e mantenere il fuoco: gesti semplici, ma legati alla vita. Quei ceppi ben allineati contro un muro riparato sono un anticipo delle tranquille serate invernali. Andare a cercare la legna quando fa freddo con una cesta di vimini fa apprezzare doppiamente il ritorno presso il focolare.
La città del futuro si servirà abbondantemente di legno. I pavimenti, alcuni muri, i mobili, numerosi padiglioni potranno privilegiare l’abete, il pino o la quercia. I rumori risultano così attenuati e il calore vi si accumula.
Senza dubbio il materiale più adatto alla vita è quello che respira meglio.
La prima impressione dell’ambiente si ha all’atto della nascita; nella sala parto.
È il primo contatto del neonato con quanto lo circonda. Il primo ambiente è quindi molto importante: esso deve prefigurare un’atmosfera armoniosa e un arredamento particolare, simile a quelli della camera da letto. Tantissime sale parto mi sono sembrate l’emblema delle ‘case-frigorifero’: freddi pavimenti in piastrelle, muri bianchi o verde chiaro, letti alti e metallici, strumenti previsti per accogliere il bambino, maschere e camici bianchi: tutto riflette l’ospedale, sinonimo di malattia, sofferenza, angoscia.
A Pithiviers, in Francia, la sala parto chiamata ‘selvaggia’ (in contrapposizione alle altre più classiche) si riduce ad una predella di legno ricoperta da un morbido materasso; vi sono drappi, dei cuscini multicolori, una sedia da parto in legno; qualche spot orientabile, una tenda scorrevole, muri con tonalità calde. Una porta aperta dà sulla piscina, promessa di dolcezza e di sollievo dopo le lunghe ore di attesa.
La nascita dell’uomo ecologico permette di sperare in un futuro in cui l’architettura sarà più flessibile, meno rigida, più femminile.
Chi ha vissuto emozionalmente la maternità e la nascita non può costruire dei muri freddi o dei luoghi senza vita.
I primi scarabocchi del bambino sono sempre rotondi. Quando anche certe stanze e gli angoli dedicati al raccoglimento saranno rotondi e luminosi, rappresentando così, per il bambino, il dolce ventre della casa?
La capanna africana non risponde forse stranamente a questa immagine e tutta l’architettura simbolica non si inscrive forse in un cerchio?
Certo, la vita è fatta di cose semplici. Il bambino lo sa bene: correre, camminare, danzare, cantare, nascondersi, tanti gesti che occupano il primo anno di crescita.
Gli appartamenti moderni non hanno nascondigli, il bambino vi passa ugualmente delle ore a cercare tesori o a reinventare il mondo.
La stanza in cui vive il bambino deve essere a sua misura. I mobili devono essere sufficientemente bassi da permettergli un’autonomia liberatrice. Una serie di cuscini e di cesti per i giocattoli crea un universo alla sua portata. L’adulto si sorprenderà a giocare a quattro zampe, a nascondersi … tutta una serie di sguardi a portata di sguardo, un corpo a corpo, un cuore a cuore.
Ridipingere la casa o un appartamento è come cambiare pelle: la natura ci ispira? Il colore è un invito ad un mondo interiore, ad un viaggio nell’architettura al femminile.
Certamente è necessario saper usare il colore secondo gli stati d’animo e le stagioni: tessuti e tappeti, fotografie accostate in grandi affreschi, matasse di lana contro un muro, riflessi di vetri, luci attraverso le tende, cesti di frutta dipinti, fiori nei capelli: questi giochi di colore sono i giochi della vita, mai uguali, fedeli ad ogni schiudersi di stagione, come sorgenti di acqua viva che non inaridiscono mai.
Più bello l’uno, più vivo l’altro, i colori suscitano continuamente forti emozioni per la nostra anima.
Attraverso questi sguardi di bambini, riapprendiamo a vedere, a cantare e, non dimentichiamo: “Anche se fatta con magnificenza, la vostra casa non potrà contenere i vostri segreti né proteggere i vostri desideri. Poiché ciò che è infinito in voi abita il castello del Cielo la cui porta è la bruma del mattino e le cui finestre sono le voci e i silenzi della notte” facendo nostre le parole del Profeta Khalil Gibran.
Charlotte Alexandre