IL CONTRIBUTO DELLA GEOBIOLOGIA PER L’EFFICACIA DELLE TERAPIE NATURALI
di Pier Prospero, dal periodico “TraTerraeCielo” del 1999
Alla fine del secolo dell’Energia, secolo che ha visto la teoria della Relatività, la fisica quantistica, il principio di indeterminazione e quant’altro ha prodotto la ricerca libera da condizionamenti di mercato della nuova fisica, l’approccio alla Geobiologia – scienza che studia le interrelazioni tra la terra e la vita – non può che essere olistico e sistemico.
Olistico, poiché questo modo di considerare la realtà è l’unico valido alla luce delle acquisizioni della fisica moderna, sistemico poiché per comprendere e interagire con la realtà disponiamo della cibernetica che studia le relazioni tra sistemi complessi, quali sono i viventi e il pianeta.
La teoria di Gaia, formulata da Lovelock in seguito alle ricerche commissionate dalla NASA sulle possibilità che vi fossero forme di vita su Marte, ha confermato scientificamente che la biosfera del nostro pianeta è un essere vivente, un super-organismo, come avevano sempre intuito tutti i popoli antichi.
La Geobiologia del prossimo millennio inizia quindi dall’acquisizione di queste formulazioni scientifiche come base concettuale.
In questo nuovo paradigma, la Geobiologia si avvicina ancora maggiormente alla medicina naturale, sia tradizionale, sia moderna.
Come dice Fritjof Capra, un fisico delle particelle che ha integrato il sapere scientifico con il pensiero taoista orientale, olismo in medicina significa vedere l’organismo umano come un sistema vivente i cui componenti sono tutti interconnessi e interdipendenti, un sistema che è parte integrante di sistemi maggiori con i quali è in continua interazione.
La concezione olistica è sostanzialmente diversa – e contraria – alla concezione dominante, meccanicista e riduzionista, in cui invece la medicina è dominata dall’idea del corpo umano come macchina, la mente è separata dal corpo, la malattia è vista come un cattivo funzionamento di alcuni meccanismi, la salute è definita come assenza di malattia, in contrasto anche con gli insegnamenti di Ippocrate.
Esprimendosi ancora con le parole di Capra: la visione sistemica della salute è profondamente ecologica ed è quindi in armonia con la tradizione ippocratica. Al tempo stesso la nuova cornice concettuale tiene naturalmente conto delle dimensioni spirituali della salute.
I temi principali della medicina ippocratica sono: la salute come stato di equilibrio, l’importanza dei fattori ambientali, l’interdipendenza di anima e corpo, l’intrinseca forza guaritrice naturale.
Questi temi furono sviluppati anche nell’antica Cina, ma in un contesto culturale completamente diverso. La Medicina Tradizionale Cinese ha le sue radici nelle tradizioni sciamaniche e nel pensiero filosofico taoista e confuciano, filosofie che la plasmarono profondamente fino a formarla quale la conosciamo oggi.
Diversamente dagli antichi Greci, i Cinesi non si interessarono ai rapporti di causa ed effetto, ma alla sincronicità di cose ed eventi, atteggiamento che è stato definito “pensiero correlativo”.
Il pensiero medico cinese vede nell’equilibrio e nell’armonia con l’ambiente la base della conservazione della salute, per cui è facile immaginare che insisterà molto sulle misure preventive.
In questo contesto culturale si è sviluppato appieno il concetto di “scelta del posto giusto” dove abitare per vivere in armonia con l’energia del luogo. Con il Feng Shui i Cinesi antichi hanno formalizzato la consapevolezza che l’armonia con il proprio luogo di vita è essenziale alla conservazione di una buona salute.
I praticanti attuali di quest’arte – eccetto pochi rari casi – hanno scordato però il precetto dell’Imperatore Giallo di non costruire sulle “vene del drago”, precetto che sta a monte di ogni armonizzazione della casa. Anticamente in Cina prima si sceglieva un luogo non perturbato da energie telluriche eccessive, un luogo cioè che non inducesse stress nelle persone in una lunga permanenza, e poi si procedeva ad applicare i principi del Feng Shui per la costruzione della casa.
Anche l’occidente antico conosceva, sotto altre forme, questi stessi concetti, ma solo con l’attuale riscoperta dell’energia tellurica e della geopatologia si può dire chiuso il cerchio che unisce la tradizione orientale alle conoscenze occidentali.
Questa riscoperta, inserita in una visione olistica, è l’oggetto della ricerca geobiologica.
La Geopatologia è la disciplina di unione, il punto di contatto, tra la Geobiologia e la Medicina Naturale.
La Geobiologia afferma che il luogo di vita influisce notevolmente sulla salute delle persone per il fatto che i substrati geologici, l’idrogeologia, le tensioni tettoniche, si avvertono attraverso l’emissione dei loro campi energetici e possono causare stress.
Emissioni energetiche degli strati geologici, delle falde acquifere e delle tensioni tettoniche con le relative fratture sono osservabili strumentalmente sia dall’analisi spettrometrica aerea sia da quella satellitare. Queste emissioni, interagendo con l’organismo umano, possono causare uno stress che va ad aggiungersi a tutti gli altri stress che questo subisce.
Ma lo stress “tellurico”, cioè dovuto a fattori legati al luogo, è molto subdolo poiché si accumula soprattutto mentre l’organismo dorme restando fermi molte ore al giorno nello stesso posto per molti anni, e nel sonno il sistema immunitario è più vulnerabile, inoltre nel continuo stato di stress notturno viene impedita la sua corretta rigenerazione.
Quindi, se è opportuno evitare di costruire sulle emissioni più stressanti dovute alla situazione idrogeologica e sismica del territorio, diventa indispensabile evitare di porre i letti in corrispondenza di campi energetici, anche di estensione limitata, ma stressanti.
Tra questi la Geobiologia considera anche quelli artificiali dovuti ai cavi elettrici e alle antenne trasmittenti.
Essendo nota una vasta letteratura epidemiologica riguardante i campi elettromagnetici e la salute umana, è utile portare il comportamento di queste sorgenti di campi come esempio esplicativo di quanto avviene per i campi tellurici: faglie, fratture e scorrimenti acquiferi sotterranei in pressione si comportano in qualche modo come i cavi elettrici dell’alta tensione quando vengono interrati abbastanza profondamente: emettono un campo energetico direzionato principalmente verso l’alto, più intenso vicino all’origine e sempre meno intenso man mano che, alzandosi, aumenta la distanza da questa. Se la persona che dorme è sulla verticale di un acquifero sotterraneo riceverà il suo campo energetico e questa situazione potrà risultare più o meno stressante a seconda dell’intensità del campo e delle informazioni che questo campo trasporta.
La questione delle informazioni trasportate è cruciale per capire come a parità di intensità i campi di scorrimenti acquiferi diversi possano causare stress patogeno o meno.
La Geofisica con lo studio delle tensioni energetiche del pianeta ha elaborato una specie di “Bioenergetica di Gaia” in cui sono chiare le energie che intervengono e si scaricano sulla superficie del pianeta. Gli stati di compressione, tensione e blocco energetico della crosta terrestre si manifestano anche a livello locale e così un acquifero sotterraneo può formarsi in una zona montana di tensione, in cui la crosta è in compressione, e incamerare la memoria di questo stato energetico che è estremamente stressante (la proprietà dell’acqua di avere una sua memoria energetica è dimostrata dall’efficacia dell’Omeopatia).
Un altro scorrimento acquifero invece si forma in un territorio soggetto a distensione tettonica e memorizza questo stato energetico che spesso risulta molto meno stressante.
Alla fine in pianura, passando sotto le case, i due scorrimenti acquiferi scorrono in un substrato alluvionale identico, hanno acquisito la stessa pressione e quindi hanno la stessa intensità energetica, ma inviano due messaggi ben diversi alle persone che dormono sulla loro verticale.
Il primo risulterà arrecare uno stress molto elevato e sarà quindi una grave fonte di pericolo per la salute, il secondo arrecherà uno stress meno percettibile, raramente potrà anche non costituire alcun pericolo per la salute.
La chiave per capire l’importanza dell’analisi geobiologica del sito in cui si dorme è lo stress tellurico.
Due persone con patologie analoghe e una situazione di vita complessiva analoga possono differenziare di molto la risposta alle cure e alla terapia se una delle due è esposta anche allo stress tellurico mentre l’altra no.
Per la Geobiologia come per la Medicina Naturale lo stress è una risposta dell’organismo ad una sollecitazione ambientale.
La notte passata in albergo in corrispondenza di un cavo dell’alta tensione fuori e di una zona di stress tellurico sotto lascerà l’unico segno di stress nel ricordo di un sonno agitato e del malessere e della stanchezza della mattina dopo, subito recuperata da un po’ di vita all’aria aperta o da un sano riposo a casa nel proprio letto.
Ma se, invece, è proprio il letto dove dormiamo sempre ad essere in quelle condizioni dopo un po’ l’organismo è costretto a cedere e ad abituarsi a quelle sensazioni e non manderà più così forti segnali d’allarme.
Lo stress tellurico si accumula notte dopo notte per anni fino a che l’organismo, sollecitato anche da svariati altri fattori di stress, cede e si ammala.
Come dice Alexander Lowen, l’allievo di Reich che ha fondato l’Analisi Bioenergetica del carattere, ognuno secondo il suo carattere sviluppa patologie diverse quando il suo organismo crolla di fronte alla mancanza di conclusione dello stress.
Mentre uno stress temporaneo è un aspetto essenziale della vita poiché costituisce uno stimolo, uno stress troppo prolungato o cronico svolge un ruolo importante nello sviluppo delle malattie.
Un elemento chiave nella connessione tra stress e patologia è il fatto che uno stress prolungato tende a sconvolgere il sistema immunitario dell’organismo. Infatti, le malattie croniche e degenerative, tipiche del nostro tempo, sono strettamente connesse con uno stress eccessivo.
Il riconoscimento del ruolo dello stress nello sviluppo della patologia porta all’idea della malattia come inconscia “via d’uscita”, l’unica che il corpo ha in quel momento.
Se la “via d’uscita” in una patologia viene impedita efficacemente da un intervento terapeutico, ma la situazione stressante persiste, come spesso succede per lo stress tellurico se non è conosciuto né dal paziente né dal terapeuta, la risposta della persona alla situazione di stress potrà trasferirsi su un piano diverso, che sarà altrettanto, o forse ancora più patologico.
La Geobiologia ritiene che uno stress tellurico eccessivo o protratto per lungo tempo contribuisca in modo significativo allo sviluppo della maggior parte delle patologie, manifestandosi nello squilibrio iniziale dell’organismo e, successivamente, incanalandosi in una particolare configurazione della personalità per dare origine a disturbi specifici diversi da persona a persona.
L’esperienza fa ritenere anche che, in situazioni in cui solo piccole porzioni del sito risultano emettere campi tellurici stressanti, vi sia un filo conduttore tra la patologia e lo stress tellurico e che questo filo conduttore sia individuabile nella “focalizzazione” delle patologie riscontrate, nel senso che quando non tutto il corpo è soggetto allo stress tellurico è notevole la corrispondenza tra il segmento corporeo interessato dal campo tellurico stressante e la localizzazione della patologia.
Infine, un esempio reale di ricerca geobiologica:
Una paziente di un omeopata ed esperto di Medicina Tradizionale Cinese, la signora G., era stata all’inizio curata con successo per la sterilità con l’agopuntura, era rimasta poi per più di vent’anni in cura portando le necessarie modifiche alla dieta e sottoponendosi regolarmente a controlli e terapie. La signora G. in questo periodo aveva avuto piena fiducia nel medico e nelle cure alternative, ha avuto due figli e ha goduto di buona salute, ma ad un tratto subentra un crollo e sviluppa una patologia maligna al seno. Operata, dopo neanche due anni ha una recidiva.
Non si è in presenza di separazioni o di decessi di persone care, non sembra che nulla stia andando male, anzi la famiglia investe in una nuova attività ed è unita.
Deve però essere subentrato un fattore stressante, o deve essere venuto alla luce un fattore stressante che prima non era visibile.
Il medico, a conoscenza delle problematiche legate alle geopatologie, quando realizza che la signora G. ha dormito sempre nello stesso posto per più di 25 anni ritiene utile far analizzare dove la signora G. ha il letto.
L’analisi geobiologica che viene svolta nell’appartamento della signora G. contempla l’indagine di tutti i campi energetici potenzialmente stressanti: faglie, fratturazioni della roccia, anomalie geologiche, scorrimenti acquiferi sotterranei, reticoli energetici globali, campi magnetici artificiali da elettricità. Alla fine l’analisi mette in evidenza la presenza di un campo energetico dovuto ad uno scorrimento acquifero sotterraneo in pressione che scorre in una dislocazione della roccia e somma l’alta intensità con un messaggio estremamente nocivo legato alla compressione ma anche all’inquinamento chimico. Questo campo energetico apporta uno stress molto intenso e continuo, anzi si può – purtroppo – supporre in aumento progressivo negli ultimi anni.
Inoltre vi è la possibilità dormendo verso il centro del letto di metter il seno in corrispondenza con l’incrocio del reticolo parallelo al nord, detto di Hartmann. La valutazione oggettiva, cioè valida per tutte le persone indistintamente, è di pericolosità massima.
La situazione logistica della signora G. faceva sì che una modifica apportata alla posizione della parete divisoria dietro la testa del letto avesse ridotto la sua esposizione alla sola metà superiore del corpo, inoltre le cure del medico omeopata si erano dimostrate molto efficaci nel mantenere il suo stato di salute il più a lungo possibile.
Infatti, quasi casualmente, si viene a sapere che gli inquilini degli appartamenti superiori – dove la stanza non era stata modificata e l’intero letto si veniva a trovare in corrispondenza del campo dello scorrimento acquifero sotterraneo in questione – erano già morti di tumore.
Dalla richiesta di informazioni sulla loro vita lavorativa non erano emersi fatti che potessero in qualche modo essere collegati alle patologie, mentre queste due persone avevano in comune la posizione del letto e la lunga permanenza nell’appartamento, almeno una ventina d’anni, oltre a non conoscere le loro incompatibilità alimentari e a non utilizzare la Medicina Naturale.
Da questo non si vogliono trarre delle certezze che sarebbero affrettate, mancano infatti molti elementi che solo il medico curante e le famiglie di queste persone possono conoscere, ma si vuole trarre spunto per riflettere sull’importanza dell’analisi geobiologica del sito nella prevenzione delle patologie gravi.
Negli anni trenta molti medici francesi e tedeschi sperimentarono la corrispondenza tra gli allora rari casi di tumore e la posizione del letto in corrispondenza di scorrimenti acquiferi. In quei tempi simili indagini svolte in aree rurali avevano un preciso significato in quanto era possibile trarne una valida correlazione tra luogo e patologia senza troppi elementi di confondimento.
Questo oggi non è più possibile a causa dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua potabile, della produzione agricola, dei cibi, a causa dell’aumento del rumore, della competizione e dei campi elettromagnetici artificiali, ciò nonostante la ricerca svolta per la signora G. si configura ancora come una forte indicazione d’allarme.
Attualmente la Geobiologia trova il suo spazio maggiore nella Bioarchitettura dove è chiamata in campo per completare l’analisi del sito da costruire o da ristrutturare, ma trova ancora poco spazio nelle medicine e nelle terapie olistiche, come la Medicina Tradizionale Cinese, l’Omeopatia, la Medicina Bioelettronica, l’Analisi Bioenergetica e le altre derivazioni neoreichiane della terapia mente-corpo, e in tutte le terapie naturali e “dolci” che dovrebbero considerare il paziente anche in relazione al suo ambiente di vita.
Occorre quindi operare per una maggiore integrazione tra Geobiologia e Medicina Naturale, entrambe all’interno del nuovo paradigma olistico, poiché questo rapporto sinergico può aumentare l’efficacia di entrambe le discipline.