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ESTATE – racconto dall’e-book “Racconti d’Estate” edito da Homo Scrivens, Napoli 2023

ESTATE – racconto dall’e-book “Racconti d’Estate” edito da Homo Scrivens, Napoli 2023

Seduttiva, lancio uno sguardo languido all’eternauta che sta osservandomi curioso nello specchio del Tempo. Sono una visione preziosa e non frequente.
Rare volte, ma con qualche inafferrabile regolarità, dall’incontro-scontro di un Piccolo Padre con una Grande Madre nelle sei linee aperte dello Spazio nasciamo io e le mie sorelle insieme a molte lune satelliti, fascinose di luce riflessa.
Il nostro duro e freddo fratello, che con sguardo gelido e senza compassione seleziona chi sopravvive e chi soccombe, arriva per ultimo e forse non è poi così desiderato.
Da piccole ci divertiamo ad andare e venire, irradiando vita ovunque ci sia inclinazione, sempre se tutto il resto gira, ma sono io la più invocata laddove le forze della vita si insediano antientropiche. All’inizio, appena formata, il mio corpo è ancora tiepido e riesce a malapena a favorire i cicli. Poi, crogiolandosi ai raggi della stella, si riscalda, pronto a consolidare l’unione degli opposti stimolata con mossa improvvisa e instabile, spesso foriera di copiose lacrime, dalla mia sorellina più giovane e leggiadra.
Crescendo, ogni suono, ogni profumo, ogni visione del mio corpo diventa una musica dolce e rilassata che invita a godere del momento, allontanando gentilmente i pensieri del passato, ormai svanito, e del domani non ancora nato e già crepuscolare.

Estate di MuchaLe ampie volute della veste sulle spalle nude lasciano intendere un paesaggio formoso coperto dai mazzi di fiori profumati e colorati che sorreggo, ma non mi volto a mostrare le mie dolci colline, avanzo imperturbabile sempre nella stessa direzione e mi piace mettere in evidenza la grazia sensuale del mio corpo, modellato dalla veste che lo copre fino ai piedi, offrendolo da dietro, facendomi seguire tra le spighe gialle della mia costellazione e tra i papaveri dei pianeti rossi.
Finché riesco a non farmi scalzare dal trono della rivoluzione intorno alla stella, mi sento appagata dal calore del mio corpo e il suo invito al piacere è palese e intenso. Sono ancora nel fiore delle ere, piaccio a me stessa come fossi la visione di una dea e alla mia nascita gli dei di tutti i mondi hanno sempre banchettato.
Solo un’ombra rannuvola il mio cielo terso, celeste come il fuoco. In questa ultima incarnazione qualcosa va diversamente dal previsto. La mia rinascita è avvenuta in un angolo molto periferico del Tutto, su un pianeta che ha subìto l’infestazione di una metamorfosi di fastidiosi insetti brulicanti che mi provocano ribrezzo, vederli mi scatena sudori freddi e copiose lacrime, mi sale il calore arrossandomi le gote, turbini addensano la mia energia. Irritata dagli insopportabili odori dei gas esalati da quei miliardi di Samsa – Stupidi animali mostruosamente senz’anima – a volte esplodo con la violenza di uno starnuto, combinando dei disastri. Pardonne moi.
Riprendo animo solo ricordando che tutto cambia e l’unica cosa a restare sempre uguale è il mutamento, perciò posso immaginare meravigliose possibilità in altri mondi. E mi rincuoro vedendo nell’infinito silenzio dell’ultimo orizzonte un morbido prato verdeazzurro di lucciole soffuse in trepida attesa del mio giacere.
Vieni, eternauta che mi osservi, incantato, dall’altra parte del Tempo; entra fiducioso nello specchio, che qui non prende internet. Vieni sul mio prato caldo che ti faccio l’amore.
Lo so, sono una putta cattiva: mi chiamo Estate.

 

Racconto di Pier Prospero tratto dall’e-book “Racconti d’Estate” edito da Homo Scrivens, Napoli 2023 logo homo scrivens x sito

Raccontare l’estate: la gioia, le vacanze, ma anche uno stato d’animo, un’età della vita. Perché l’estate è un mondo a parte, è l’unica stagione diversa da ogni altra, e qui proviamo a raccontarvela, nei suoi colori e nelle sue infinite sfumature.
Prefazione di Giancarlo Vitagliano
Testi di (in ordine alfabetico per cognome): Stella Amato, Aldo Avallone, Leopoldo Bifulco, Maria Teresa Caporaso, Rosalia Catapano, Giuseppe Cavallo, Maria Loreta Chieffo, Giovanna Cilento, Lucia Colarieti, Andrea Ferretti, Ferdinando Gaeta, Giuseppina Guida, Chiara Macor, Andrea Manzillo, Anita Napolitano, Pier Prospero, Maria Teresa Scanu, Laura Siciliano, Antonio Torino, Daniela Vellani e Serena Venditto.

Questo racconto naviga sulla scia lontana lontana nel tempo di una poesia di Berto Barbarani, veronese come me, che mette in scena invece una Primavera personificata e irriverente, dedicando il suo “Terzo Canzoniere” del 1922 al pittore amico e concittadino Angelo Dall’Oca Bianca. Eccone uno stralcio:

Eco un’altra dona, amigo,Primavera di Mucha x sito
che me fa pirlar la testa:
“Ohe, parona, siora, digo,”
l’avea tolta par foresta
“la me mola se no sigo…”

“G’onti musa da birbante
che ghe fasso sta paura,
mi regina de le piante,
mi la sbrindola più pura,
si ben sia la più galante?”